L' esperienza a Shenzhen offre uno sguardo privilegiato sul futuro della mobilità urbana, rivelando un ecosistema di trasporto elettrico integrato e pervasivo che va ben oltre la semplice sostituzione dei veicoli tradizionali. Questa metropoli di 17 milioni di abitanti si presenta come un laboratorio vivente per la mobilità “sostenibile” su larga scala.
La prevalenza di veicoli elettrici, con il 73% del parco auto e la totalità del trasporto pubblico (16.000 tra autobus e taxi) a zero emissioni, testimonia una trasformazione radicale del tessuto urbano. Il sistema di targhe differenziate - verdi per i veicoli elettrici e blu per quelli endotermici - non è solo una scelta estetica, ma un potente strumento di policy che incentiva visibilmente l'adozione di tecnologie pulite (avere una targa blu costa molto di più di una verde).
Questo scenario è il risultato di un massiccio investimento da parte di numerosi brand domestici (e anche di Tesla), che hanno puntato in modo aggressivo sul settore della mobilità elettrica, seguendo le direttive del governo cinese, che già nel 2009 aveva dichiarato questo settore come “strategico”.
Molte delle auto che abbiamo osservato da vicino mostrano un'eccellente qualità costruttiva, con un'innovazione particolarmente avanzata nell'automazione (già dotate di tecnologia per la guida autonoma) e, soprattutto, una grande attenzione a distinguersi attraverso nuovi servizi di comfort per i clienti e anche a costi domestici contenuti.
Ovviamente, l’elevata competitività del mercato ha portato anche al fallimento di alcune di queste aziende locali, riflettendo la rapidità e la pressione di questa trasformazione. La rivoluzione elettrica è così estesa che ha coinvolto anche i mezzi a due ruote: motorini e biciclette tradizionali sono praticamente scomparsi, rimpiazzati da alternative completamente elettriche. Emblematico è inoltre il quasi totale declino dei marchi europei, che hanno perso rilevanti quote di mercato, persino nel segmento C, tradizionalmente più stabile.
Il silenzio che pervade la città nonostante l'intenso traffico è forse l'aspetto più sorprendente, offrendo un'anteprima tangibile dei benefici acustici della mobilità elettrica nelle aree urbane densamente popolate.
La visita al centro di ricerca Huawei, con il suo campus di ben 12 ettari, che replica città europee, simboleggia l'ambizione e il desiderio di stupire che guidano l'innovazione tecnologica in Cina.
Gli hub di ricarica, che abbiamo avuto modo di osservare da vicino, evidenziano l'importanza cruciale dell'infrastruttura nella transizione verso la mobilità elettrica. L’amministrazione di Shenzhen ha pianificato la realizzazione di 1.000 hub di ricarica, tutti ad alta potenza, di cui 300 già operativi. Questi hub non sono semplici stazioni di ricarica, ma nodi intelligenti dotati di impianti fotovoltaici e batterie di supporto, inseriti in una rete urbana integrata per gestire flussi energetici bidirezionali e di ottimizzare l'uso della rete elettrica per ridurre i costi di approvvigionamento.
I costi per la ricarica sono estremamente bassi, con variazioni a seconda delle fasce orarie, che vanno da 0,06 a 0,18 €/kWh. Questi variano significativamente durante la giornata a causa dell'alta variabilità del costo dell'energia.
I bassi costi di ricarica e la tipologia dei veicoli elettrici cinesi progettati per la ricarica rapida, hanno fatto sì che la ricarica avvenga principalmente in corrente continua (DC), sia ad alta che a bassa potenza.
Aggiungo anche con quanto abbiamo osservato nel centro di test delle infrastrutture di Huawei, confermato anche dagli incontri con i responsabili dello sviluppo: grande attenzione è rivolta anche ai mezzi pesanti, già disponibili sul mercato cinese, e questo lascia prevedere una ulteriore impennata nella produzione di batterie, accompagnato da un inevitabile abbassamento dei prezzi e da una capacità di ricarica ancora più rapida.
Questa rapida trasformazione solleva questioni cruciali sul futuro della mobilità elettrica a livello globale e si inserisce in un contesto italiano che appare totalmente e consapevolmente ignaro di questa inevitabile evoluzione tecnologica.
Ridurre tutto ciò a semplici slogan è una visione miope e controproducente. È necessario ripensare questo settore in un’ottica di innovazione e competizione globale, come ben evidenziato dall'ex presidente della BCE, Mario Draghi, nel suo report sulla competitività. Questo è l'unico modo per consentire alle nostre industrie di interpretare e affrontare questi cambiamenti, garantendo così una risposta adeguata alle sfide future.
Fabio Pressi
CEO A2A E-Mobility
Presidente Motus-E
September 15, 2024
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